Il pignoramento dei beni da parte dello Stato è sempre stato lento e macchinoso. Negli ultimi anni, con l’avvento di internet e l’informaticizzazione della Pubblica Amministrazione, i tempi sono notevolmente accelerati. Già, accelerazioni solo ed esclusivamente ai danni dei contribuenti. Per il pignoramento lo Stato mette in campo tutte le risorse possibili per velocizzare le pratiche mentre, quando è lo Stato a dover supportare i cittadini, i tempi diventano biblici. Basti pensare che, ad oltre tre mesi dall’inizio della crisi, oltre un milioni di lavoratori deve ancora ricevere la cassa integrazione.
Per non parlare delle richieste dei cittadini per i prestiti garantiti dallo stato; la trafila è snervante. Infine, riportiamo i dati ufficiali di Bankitalia aggiornati alla fine di maggio; solo il 60% delle domande sono state evese, praticamente un totale di 10 miliardi su 50 di richiesta totale.
Insomma, quando in ballo ci sono gli interessi dei cittadini si viaggia a velocità ridotte, quando si tratta di riscuotere pagamenti o cartelle scadute, in 60 giorni il cerchio si chiude e scattano i pignoramenti.L’ultima legge di bilancio contiene una norma pensata specificatamente per velocizzare i pignoramenti sulle cartelle non corrisposte dai cittadini. La legge di bilancio in questione assicura la riscossione veloce di tasse come Imu, Tasi e Tari.
Tutto dipende dall’articolo 96 della legge di bilancio che, introducendo l’accertamento esecutivo rapido, in caso di mancato pagamento di un qualunque debito predispone sanzioni rapide ed immediate come fermo amministrativo, ipoteca e pignoramento. Chissà se un giorno, una legge di bilancio, prevederà le stesse norme per i ritardi dei pagamenti da parte dello Stato. Ai posteri l’ardua sentenza.