Un virus pandemico non è bastato per far parlare il mondo. Così l’altro elemento che ha portato molteplici polemiche è stato il 5G: la nuova rete di ultima generazione. Ovviamente però le novità non portano mai soli commenti positivi. C’è chi afferma addirittura che la rete sia la causa stessa del Covid-19, oppure che abbia causato la morte di migliaia di uccelli (caso avvenuto in Olanda).
I recenti studi contro il 5G provengono dall’ente governativo USA National Toxicology Program e quello dell’Istituto Ramazzini di Bologna. Esse hanno di certo svolto delle giuste analisi sulla correlazione tra radiazioni elettromagnetiche e aumento dei tumori, ma non sono in linea con il 5G (tecnologia diversa rispetto al 3G-4G).
5G: la nuova rete è davvero la causa di tutto?
Di certo non si tratta di una rete da prendere sotto gamba, date le nuove regole, i nuovi controlli e gli studi. Eppure il 5G viene utilizzato già da tempo dalla connettività wifi.
Samuela Persia, massima esperta in microelettronica e telecomunicazioni della Fondazione Ugo Bordoni, ha voluto smentire le voci negative. La ricercatrice ha affermato che: “l’architettura della nuova rete si prospetta caratterizzata da una densificazione di impianti a diverse frequenze per rispondere alle varie esigenze di connettività e capacità dettate da singoli servizi. Va precisato che questo scenario, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non comporterà un aumento di emissioni elettromagnetiche, anzi al contrario, una proliferazione di impianti. Vorrà dire un’emissione più bassa da parte di ciascuna antenna per coprire la medesima area.”