La piattaforma di e-commerce Amazon ha recentemente ammesso di aver subito un forte attacco DDoS nel mese di febbraio 2020. Stiamo parlando di un attacco Distributed Denial of Service di ben 2,3 terabit al secondo.
Questa è la portata dell’attacco da cui si è dovuta difendere Amazon Web Services durante il mese di febbraio. A rendere noto l’accaduto, come anticipato poco fa, è stata proprio la piattaforma all’interno del suo Q1 2020 Threat Report. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Il Q1 2020 Threat Report ha evidenziato questo attacco come il più massiccio mai registrato fino ad ora. A mitigare il bombardamento di traffico è stato il sistema AWS Shield, servizio che ha lo scopo di proteggere i clienti della piattaforma cloud di amazon proprio da questo tipo di attacchi, così come dall’azione di bot o botnet e da eventuali vulnerabilità di applicazioni specifiche.
All’interno del report in questione il colosso guidato da Jeff Bezos non ha rivelato quale fosse il bersaglio specifico o l’origine dell’attacco. Prima del mese di febbraio 2020, il più grande attacco DDoS mai registrato risale a marzo 2018, quano NetScout Arbor ha rilevato e mitigato un bombardamento di ben 1,7 terabit al secondo. Per dare un’ulteriore prospettiva, un volume di traffico di 2,3 terabit al secondo corrisponde approssimativamente a 160 mila flussi video Netflix in 4K con un bitrate medio di circa 15 megabit al secondo.
L’attacco DDoS di febbraio sembra essere un caso abbastanza isolato in una tendenza verso il basso: la stessa Amazon dichiara infatti che nella finestra temporale tra il secondo trimestre 2018 e il quarto trimestre 2019 la dimensione degli attacchi monitorati è stata inferiore ad 1 terabit al secondo e che nel primo trimestre del 2020 il 99% degli attacchi sono stati inferiori ai 43 gigabit al secondo. Speriamo quindi che la piattaforma non si trovi nuovamente davanti un attacco simile.