La possibilità che si possa imporre una nuova tassa patrimoniale è spuntata fuori dopo le considerazioni del Partito Democratico a margine degli eventi postumi all’emergenza sanitaria. La pandemia non ha fatto altro che aggravare la già difficile situazione di crisi economica in cui il Paese versava dal periodo precedente.
A fronte delle ultime dichiarazioni parecchi italiani hanno deciso di spostare soldi dalle banche in modo tale da evitare quella che si può considerare a tutti gli effetti come una “imposta sul reddito personale“. Più avanti scopriremo in cosa consiste e chi colpirà maggiormente.
Patrimoniale italiana: usciremo dalla crisi a spese nostre?
Una mazzata potrebbe colpire i risparmiatori italiani costretti a ristabilire gli equilibri economici con interventi mirati ad intaccare il patrimonio personale. Con un PIL stimato in contrazione dal 9 al 12% l’Italia conta di pareggiare la situazione delle classi sociali medio-basse con prelievi forzati dai conti correnti. I meno abbienti e coloro che causa Covid hanno perso il lavoro potranno ottenere non solo le sovvenzioni dei Paesi UE e della Banca Centrale ma anche un aiuto da chi ha più possibilità.
In una recente dichiarazione dei deputati del PD Delrio e Milelli si può leggere:
“La somma patrimoniale versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione.
Un grande e solidale paese come l’Italia non può non porsi il tema di come le classi dirigenti e coloro che dispongono di redditi elevati debbano essere chiamati a contribuire a favore di chi non ce la fa”.
Da quali conti prenderanno il denaro?
La proposta iniziale aveva parlato di prelievi verso coloro che hanno maturato redditi superiori ad 80.000 Euro. Con un esproprio forzato commisurato alle possibilità economiche del singolo (personalità fisiche, giuridiche o aziendali) sarebbe stato possibile racimolare 1.3 miliardi di Euro.
In tale contesto – ribattezzato come “contributo solidale” – rientrano partecipazioni, obbligazioni ma anche per beni immobili (vedi nuove procedure di pignoramento immobiliare) come case, terreni e proprietà.
“La somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione.
Un grande e solidale paese come l’Italia non può non porsi il tema di come le classi dirigenti e coloro che dispongono di redditi elevati debbano essere chiamati a contribuire a favore di chi non ce la fa”.
Dove prenderanno i contributi?
I contributi saranno prelevati dai conti italiani che hanno un rapporto contrattuale con le banche e gli istituti postali sia localmente che all’estero. Non saranno oggetto di detrazione le polizze vita e le cassette di sicurezza, oltre che i patrimoni idonei al prelievo di coloro che risiedono fisicamente all’estero.
Molti italiani stanno pensando di evitare l’imposta spostando i propri soldi in località come Bulgaria, Cipro, Malta o le Canarie. Per la Svizzera non c’è più l’ipotesi di “paradiso fiscale” in quanto vige l’obbligo di trasparenza finanziaria stabilita dal nuovo patto bilaterale con l’Italia.