Anche in questa situazione di emergenza, fra le proposte portate avanti soprattutto dalla destra del Parlamento Italiano, vi è l’idea del condono fiscale per poter chiudere le cartelle esattoriali ormai non più esigibili.
Ma cosa significa questo? Il provvedimento (che sembra una proposta nuova, ma in realtà rappresenta una delle misure più vecchie che siano mai state concepite in ambito fiscale) andrebbe a toccare tutti quei debitori deceduti, contribuenti o debitori falliti, imprese cessate o nullatenenti, cancellandone i debiti.
Allo studio di questa misura, in realtà, starebbe pensando anche l’Agenzia delle Entrate, per snellire tutta una serie di procedimenti che ormai, stando a quanto riferito dai promotori, non porterebbero alcun vantaggio per lo Stato.
Per quanto ciò venga posto all’attenzione come cavallo di battaglia, millantando anche un certo interesse del Governo nel valutare una simile proposta, il Presidente del Consiglio Conte
si mostra cauto su questa eventualità.Come riferito qualche sera fa durante un’intervista per i 10 anni del Fatto Quotidiano, “l’avvocato del popolo” si è detto non particolarmente favorevole ad una simile iniziativa. Oltre al rischio di costituire un precedente in situazioni altrettanto problematiche in futuro (ndr.), il condono non sarebbe soltanto “permettere di riportare i capitali in Italia”, ma anche far finta di nulla su tutti i reati commessi nell’accumulo di quei capitali e nella loro delocalizzazione, e questa prospettiva è alquanto pericolosa.
Bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di tematiche così importanti: come ha ricordato il Presidente, nessuno in questa situazione “ha la ricetta pronta” per uscirne al più presto, neppure i più grandi economisti. Pertanto è opportuno valutare e ponderare ogni direzione con molta attenzione.