“Siamo delusi nel sapere che Google sta ancora vendendo alle autorità dei dispositivi. Non apprezziamo che stia in qualche modo espandendo le vendite piuttosto che interrompere i legami e unirsi a milioni di persone che stanno combattendo contro le ingiustizie di queste istituzioni”, questa una parte della lettera inviata da alcuni dipendenti Google.
“Perché aiutare le istituzioni responsabili della morte di George Floyd ad essere più efficaci a livello organizzativo? Non solo, tra le storie pubblicizzate da Google come storie di successo è stata citata più volte la sorveglianza illegale degli organizzatori delle proteste per il BlackLivesMatter.” La lettera, firmata da quasi 2000 dipendenti, è per il CEO di Alphabet Sundar Pichai. Alphabet è la società madre di Google.
“Il razzismo della polizia negli Stati Uniti risale alle sue origini, quando le forze di polizia sono emerse per proteggere la ricchezza ottenuta da schiavitù e genocidi. Abbiamo una lunga strada da percorrere per affrontare il pieno retaggio del razzismo ma, per cominciare, non dovremmo impegnarci a trarre profitto dalla polizia razzista. Non dovremmo impegnarci ad etichettare indirettamente i neri come criminali”.
I lavoratori si sono anche dimessi in segno di protesta per lo sviluppo di tecnologie dotate di intelligenza artificiale realizzate per i militari. Le proteste hanno avuto successo. L’azienda non lavorerà più su progetti simili. Alcuni dipendenti si sono ribellati anche per la risposta poco efficace dell’azienda alle accuse di molestie sessuali.
“Abbiamo termini d’uso di lunga data per piattaforme come Gmail, GSuite e Google Cloud Platform. Questi prodotti rimarranno disponibili per i governi e le autorità locali, compresi i dipartimenti di polizia”. Nonostante questa dichiarazione, l’azienda promette di impegnarsi per evitare che le tecnologie fornite siano usate in modo sbagliato.