La procedura di chiusura di un conto corrente da parte della banca sta generando molto scalpore tra la popolazione italiana, data la modalità messa in atto dall’istituto stesso, sottolineando anche quelle che sono le effettive conseguenze per l’utente finale.
Rispondiamo prima di tutto alla domanda che sicuramente vi siete posti, le banche possono chiudere i conti correnti? la risposta è, purtroppo, affermativa. Nella maggior parte dei casi la decisione è legata ad una cattiva reputazione del correntista, ma sono molto comuni anche le indagini della Guardia di Finanza o della Procura (per reati finanziari, ovviamente).
La decisione di chiusura sarà unilaterale, la banca informa il cliente tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno, il quale avrà 15 giorni per sbrigare le pratiche prima della messa in atto del provvedimento. All’effettuazione egli riceverà un assegno circolare contenente tutto il credito presente sul conto all’atto della chiusura.
Banca e chiusura conto corrente: cosa succede dopo
Fino a qui tutto bene, i problemi sorgono nel momento immediatamente successivo, poiché il correntista finisce davvero nei guai. Data l’attuazione di una simile procedura, la banca invia al sistema interbancario una segnalazione di inaffidabilità del soggetto stesso; ciò sta a significare che se questi proverà a recarsi presso un altro istituto per l’apertura del conto, difficilmente riceverà una risposta positiva, dato che prima di attivare la procedura le aziende fanno la verifica al sistema centrale d’allarme.
Il problema è reale e molto grande, sopratutto per una realtà, come la nostra, in cui il Governo sta facendo di tutto per abolire il pagamento in contanti in favore della moneta “elettronica”.