A presentarsi con una certa insistenza sono sempre stati gli attacchi phishing. Truffe solite circolare via email che, utilizzando indirizzi falsi e creando dei messaggi fittizi, si proponevano di intimorire e incuriosire le vittime al punto da convincerle a fornire dati sensibili da utilizzare in modo illecito. Una strategia alquanto semplice, che fa leva sull’inganno psicologico dell’utente; e che utilizza a suo vantaggio link e siti fraudolenti capaci di prelevare, in pochi istanti, tutto il necessario per compiere la truffa. Un meccanismo, quello del phishing, impiegato anche per l’attuazione di tentativi di smishing e vishing. Due tentativi di frode, questi ultimi, soliti arrivare rispettivamente via SMS e telefonate.
Gli accorgimenti utili a evitare gli inganni fino ad ora citati sono stati ribaditi numerose volte. Soprattutto la Polizia Postale
, attraverso il suo sito ufficiale e la sua pagina Facebook, si impegna a segnalare costantemente i rischi che è possibile riscontrare sul web. Qui riteniamo utile fare un resoconto dei principali consigli forniti. Raccomandiamo, quindi di leggere attentamente tutte le comunicazioni ricevute, a prescindere dal mezzo con cui si presentano; di affidarsi soltanto a enti la cui affidabilità è certa e di non fornire mai informazioni sensibili o dati bancari. Verificare sempre l’indirizzo di provenienza delle email o degli SMS, non cliccare sugli allegati ricevuti; e non rispondere alle richieste di dati personali è necessario e sufficiente al fine di non correre rischi.Per quanto riguarda, invece, la crescita non indifferente di segnalazioni relative alla creazione di siti clone da parte di malintenzionati ricordiamo che è sempre opportuno non lasciarsi incuriosire dalle offerte esagerate. Prima di concludere acquisti online che potrebbero comportare una perdita consistente di denaro è necessario effettuare una semplice ricerca online per confrontare i prodotti proposti; verificare la presenza di indirizzi da utilizzare per contattare l’azienda da cui si desidera acquistare; e, ancora una volta, non rispondere alle richieste di informazioni personali.