Il pignoramento del proprio conto corrente è qualcosa a cui nessuno vorrebbe mai assistere, ma purtroppo in alcuni casi lo stesso può verificarsi. Nonostante le circostanze in cui tale azione sia consentita sono molto ristrette, sapere quando queste sono verificabili è importante e rappresentano un dettaglio che molti non dovrebbero ignorare.
Contenute come postille nei contratti che ogni soggetto titolare di un conto firma in apertura dello stesso, le ragioni come già anticipato sono limitate e vedono casi gravi e non all’ordine del giorno.
Conto corrente pignorato: ecco quando può accadere e secondo quali modalità
Il pignoramento del conto corrente non è un qualcosa che accade dal nulla, ma bensì deve rispettare un iter predisposto che vede la notificazione al debitore in questione. A seguito di questa prima operazione e dunque della ricezione dell’atto, il soggetto titolare del pignoramento vedrà il suo nome citato in udienza nel corso della quale il giudice potrà prevedere le modalità di riscossione del credito, la somma che sarà soggetta del trasferimento e, in casi particolari, persino la chiusura del conto corrente.
Tale non è l’unico caso in cui il pignoramento può avvenire, non vanno infatti dimenticati i debiti fiscali. Per quanto concerne questa seconda modalità, la stessa ha inizio nel momento in cui la cartella di pagamento si trasforma in un atto amministrativo: così facendo, allo scadere dei sessanta giorni di notifica, la stessa Agenzia delle Entrate potrà agire pignorando dal conto corrente la quota di denaro dovuta senza neanche dover richiedere una previa delibera giudiziale.