Nell’ultima settimana il social network Facebook è stato “attaccato” da molti colossi che non vogliono associare il proprio nome all’odio e al razzismo che dilaga sulla piattaforma.

La vicenda è scoppiata in seguito ad un post del Presidente americano Donald Trump, non eliminato e non segnalato dalla piattaforma in alcun modo. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

 

Facebook: un altro big non vuole la pubblicità sulla piattaforma

Alla lunga lista di aziende che non vogliono associare la propria immagine all’odio che sta circolando sulla piattaforma, si è recentemente aggiunto anche Starbucks, grande catena di caffetterie presente in tutto il mondo. Dopo Coca-Cola, anche Starbucks ha annunciato che sospenderà la pubblicità su tutti i social, pur non aderendo formalmente alla campagna Stop Hate for Profit, un’iniziativa che chiede appunto alle aziende di non investire su Facebook per tutto il mese di luglio.

L’obiettivo di questa “rivolta” è quello di spingere Mark Zuckerberg a prendere posizione sui contenuti che incitano all’odio presenti sulle sue piattaforme. L’elenco delle aziende che hanno deciso di partecipare a questo programma comprende anche multinazionali come Unilever, Verizon, The North Face, Coca Cola. Il gigante del caffè ha deciso di sposare comunque la causa e ha fatto sapere: “Noi siamo contro i contenuti d’odio e crediamo che il mondo delle imprese e quello della politica debbano unirsi per realizzare un vero cambiamento“.

Oltre ai social di Zuckerberg, The Coca-Cola Company e Starbucks hanno deciso di estendere il loro stop alla pubblicità anche ad altre piattaforme come Twitter e YouTube. Per Coca-Cola a spiegare le ragioni di questa scelta è il CEO James Quincey: “Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media“. La posizione di Zuckerberg, ribadita dalle sue scelte, è che le piattaforme di Menlo Park non sono media company: non sono responsabili quindi di tutti i contenuti postati dagli utenti. Alcune settimane dopo però la stessa Facebook ha deciso di rimuovere un simbolo nazista pubblicato sempre dal Presidente degli Stati Uniti.

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