Il prezzo del carburante ha subito un’oscillazione pazzesca nel secondo trimestre 2020 soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria. Il lungo lockdown a cui è stato sottoposto il nostro Paese ha impedito qualsiasi spostamento con la conseguenza di un’abbattimento dei consumi di benzina e gasolio. Così nel mese di Aprile si è registrato un -63% nell’acquisto di carburante ed una caduta finanziaria di tutto il settore petrolifero. Parliamo di 1.652.000 tonnellate in meno tra benzina e gasolio consumati rispetto allo stesso mese del 2019.
Il calo più importante ha riguardato l’acquisto di benzina che ha registrato una diminuzione del 73,4% ad aprile 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli unici consumi energetici in aumento durante il lockdown sono stati quelli relativi al gasolio da riscaldamento a causa della forzata permanenza a casa. Tuttavia la caduta libera del prezzo del carburante si è ben presto arrestata con l’avvio alla Fase 2 per poi registrare una netta risalita con la Fase 3 a partire dal 15 giugno.
Con la riapertura delle attività economiche prima e dei confini regionali e nazionali poi, il prezzo del carburante ha raggiunto livelli vertiginosi. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, i prezzi sono arrivati a 1,399 al litro per la benzina e a 1,285 euro per il gasolio. A sottolineare l’anomalia di questa situazione Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo l’associazione i prezzi di benzina e gasolio hanno iniziato a risalire a partire dal 25 maggio senza mai smettere di crescere.
Ad oggi un pieno di carburante ha un aggravio notevole, quantificabile in 1,62 euro per la benzina e in 1,46 euro per il gasolio. Ciò che fa adirare l’associazione è l’incapacità degli italiani in questo momento di affrontare un aumento delle spese fisse del bilancio familiare. In un momento in cui le attività economiche stanno ripartendo con estrema difficoltà, sostenere costi crescenti come quelli attuali dei carburanti è intollerabile.