La storia delle cabine telefoniche inizia più di un secolo fa. Dopo l’invenzione del telefono, intorno a gli anni ottanta del XIX secolo iniziarono a comparire i primi modelli di cabine telefoniche. La traduzione vuole che l’inventore sia stato tale William Gray nel 1889; l’uomo un giorno si trovo nella condizione di dover contattare un medico per un malore della moglie.
Purtroppo in quel frangente nessuno dei possessori di un telefono si premurò di aiutarlo; l’uomo decise così di creare uno strumento per mettere il telefono a disposizione di tutti. Il signor Gray dunque prese l’invenzione di Meucci e la combinò con un meccanismo che avrebbe permesso di effettuare chiamate in cambio delle monete che sarebbero state inserite nel macchinario.
La diffusione delle cabine telefoniche
La nuova tecnologia ci mise poco meno di quarant’anni a giungere in Europa. La prima nazione a disporre di cabine fu l’Inghilterra; nel Regno Unito si impose il classico modello con il tipico colore rosso che divenne in breve tempo uno dei simboli della città di Londra. Per quanto riguarda l’Italia invece le prima cabine furono montate il 10 febbraio a Milano, una a piazza San Babila e l’altra in piazza XXIV maggio.
Le prime cabine funzionavano a gettoni che spesso venivano venduti da tabacchi e giornalai nei pressi delle stesse. Già dalla seconda metà degli anni settanta i gettoni subirono un duro colpo dovuto alla nascita delle schede telefoniche. Le prime tessere erano di colore bianco e blu del tutto anonime, ma, con l’avvento degli anni ’90 anche le tessere si rifecero il look diventando addirittura oggetto di collezione. Il declino delle cabine inizio con la diffusione dei cellulari prima e degli smartphone poi trasformando un oggetto simbolo di una società, in un semplice ricettacolo di ricordi.