Un prelievo con causale momentaneamente indefinita desta qualche sospetto. Alcune persone potrebbero ritrovarsi impossibilitati ad accedere al proprio conto oppure notare prelievi sospetti da diverse centinaia di euro. La questione di fondo è una sola: c’è stato un problema.
Il dilemma scatta per mano del Fisco impegnato nelle operazioni di controllo fiscale. Nelle ipotesi in cui il contribuente abbia contratto o si accinga a contrarre un debito scattano le indagini da parte delle Agenzie di Riscossione Crediti. Per accertata e potenziale evasione fiscale viene creato un profilo pecuniario dell’interessato che, in presenza di fondi, è chiamato automaticamente a pagare la quota richiesta.
Tutto ciò avviene previa notifica valida due mesi. Entro tale lasso di tempo si può procedere per via spontanea dopodiché l’azione sanatoria prenderà il sopravvento rendendo vano l’intervento di un eventuale giudice, il cui ruolo è stato fortemente ridimensionato per quel che riguarda simili contese. Non c’è quindi possibilità di ottenere un ricorso al decorrere del periodo utile concesso al debitore.
Il pignoramento aggravato si manifesta così con l’esproprio del capitale necessario a coprire la posizione debitoria nel caso in cui il saldo del conto corrente fosse sufficiente per ottemperare le richieste.