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Cartelle Esattoriali: NO a proroga rottamazione, la riforma si fa urgente

Il Fisco si dice pronto ad incassare nei prossimi mesi le cartelle esattoriali rimaste in sospeso durante il lockdown. Una notizia che fa venire la pelle d’oca ai cittadini e alle imprese che non sono riuscite a migliorare la propria situazione economica in questi mesi. L’ultimo decreto ha infatti stabilito che la rateizzazione relativa alle cartelle esattoriali 2020 si concluda entro e non oltre il 10 dicembre di quest’anno. Ma quanti riusciranno ad onorare i propri debiti prima di questa data?

La drammatica situazione che attanaglia famiglie ed imprenditori non sarà facilmente sanabile e di conseguenza anche risolvere la propria posizione debitoria sembra irrealizzabile. Per questa ragione alcune parti politiche tra le quali Forza Italia, chiedono a gran voce l’intervento del governo affinché si possa porre rimedio a questa situazione. Cosa succederà a chi non riuscirà a saldare le proprie pendenze entro dicembre?

Ci si avvia verso la Riforma fiscale: ecco i passi fatti fino ad ora.

La necessità di una Riforma fiscale si fa via via sempre più urgente anche se da parte delle istituzione numerosi interventi sono già stati posti in essere. Il primo risale al 2018 con la rottamazione

di molte cartelle inevase e che permise a numerosi cittadini di regolarizzarsi. Successivamente si è parlato di rottamazione-ter che ha consentito ai contribuenti di ottenere il saldo e stralcio dei debiti in rate di 5 anni. Durante la crisi sanitaria ed il conseguente lockdown infine è stata predisposta la proroga di tutte le rate per il 2020 che andranno saldate entro il 10 di dicembre.

L’ipotesi che si sta studiando in questi giorni è però quella di introdurre una rateizzazione più lunga vista la difficoltà del Paese a ripartire. Inoltre, fa sapere il Ministro dell’Economia Gualtieri, si punta ad un decreto che abbatta il peso del Fisco sulle imprese ed i lavoratori. Ad esempio provando ad eliminare l’aggio che pesa circa il 3 % sul contribuente. Un passo già intrapreso con la trasformazione della vecchia Equitalia da società ad ente pubblico.

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Pubblicato da
Redazione