coronavirus La pandemia di coronavirus sembra proprio destinata a rivoluzionare il mondo del lavoro. Dopo il boom dello smart working dei mesi scorsi ora ci si incomincia a chiedere come poter tornare ad una situazione che dia una parvenza di normalità; per farlo però bisogna prima capire cosa prevedono le norme igienico sanitarie e come mettere in atto i sistemi di prevenzione come il distanziamento sociale.

Secondo alcune analisi almeno il 42% dei lavoratori si dice stufo del lavoro a distanza e desidera tornare in ufficio; l’unica condizione posta quella che gli ambienti vengano adeguatamente predisposti. Ad oggi le indicazioni sembrano andare verso un ritorno a gli uffici privati se non ai cubicoli molto in uso negli anni ’80; la conseguenza sarà la rinuncia a gli open space che tanto hanno spopolato negli ultimi anni.

Coronavirus: la nuova concezione degli uffici

 

Ad intervenire in merito Franco Guidi, fondatore di AD Lombardini22 società che ha fatto parte della task force “DesigniTech for Future“; il CEO ha dichiarato:

Gli uffici post Covid saranno molto diversi. La pandemia ha cambiato le abitudini di tutti e oggi è chiaro che la tecnologia ci consente di lavorare insieme pur essendo lontani. L’uffico sarà sempre importante ma non avrà la centralità di ieri. Se definiamo un ufficio come il luogo che abilita al lavoro, potremmo dire che gli uffici si moltiplicheranno e si passerà da un modello accentrato ad un modello diffuso“. Quello che ci prospetta il futuro è una concezione di ufficio più mutevole, in cui la concezione stessa del lavoro dovrà per forza di cose subire un drastico mutamento.

Articolo precedenteComet: il volantino non ha rivali ed offre un regalo speciale
Articolo successivoTikTok: attenzione, ecco come il governo cinese spia chi usa questa app