Nato ufficialmente negli USA, ma comunque già diffuso sul territorio italiano a partire dal 2015, il meccanismo adottato dai malviventi può essere assolutamente deleterio per le finanze dei contribuenti, in quanto tantissimi si sono ritrovati con decine di migliaia di euro in meno, senza che nemmeno abbiano capito cosa sia effettivamente successi.
L’esplosione delle SIM clonate nasce come conseguenza delle nuove misure di sicurezza adottate dagli istituti di credito, i quali hanno iniziato ad inviare token univoci via SMS ai numeri di telefono indicati dal cliente. La clonazione della SIM ha inizio con la raccolta dei dati sui social network, utili molte volte per rispondere alle domande segrete.
A questo punto il criminale invia una richiesta di cambio SIM all’operatore di riferimento, allegando documenti contraffatti, indicando di averla persa o di aver subito un furto del cellulare.
L’ultimo step consiste nell’effettuare una chiamata alla banca, richiedendo i dati di accesso al conto corrente online; spesso l’azienda cade essa stessa nel tranello, poiché la chiamata viene ricevuta dal numero registrato, ed allo stesso tempo l’interlocutore conosce perfettamente i dati del cliente.
Ottenuto tutto il necessario, il suddetto tenterà l’accesso e, ricevendo il token direttamente sul numero rubato, potrà tranquillamente svuotare in pochissimi minuti il conto corrente. Cercate sempre di condividere il minor quantitativo possibile di dati sensibili sui social network o in rete.