La prima cosa da sapere è che le banche possono decidere di chiudere unilateralmente il conto corrente, ma allo stesso tempo devono necessariamente presentare anche una motivazione valida per una decisione così drastica. L’utente che ne verrà coinvolto riceverà una comunicazione per mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, almeno 15 giorni prima l’attuazione; nel momento in cui il conto verrà chiuso, verrà consegnato un assegno circolare contenente la cifra presente in precedenza sul conto corrente.
Il problema è legato poi alla segnalazione di inaffidabilità, in altre parole il consumatore verrà marchiato come inaffidabile, e potrebbe poi avere difficoltà nell’apertura di conti presso altre banche del circuito.
Indipendentemente dalla modalità di chiusura, le motivazioni che possono spingere la banca ad una simile soluzione sono sostanzialmente un paio: difficoltà nel recuperare il credito o reati finanziari. Quest’ultima è la motivazione più semplice, l’utente è sotto indagine da parte della Guardia di Finanza o della Magistratura, e l’istituto decide di interrompere i rapporti per evitare il protrarsi dell’illegalità.
Le difficoltà nel recupero del credito, invece, riguardano disponibilità negative (quindi un conto perennemente in rosso), con continue richieste di pagamento da parte del cliente. In questo caso la banca potrebbe decidere di bloccare il conto, proprio perché teme di non essere in grado di recuperare tutto il denaro prestato al consumatore.