Il timore che il 2020 si concluda con un prelievo forzoso da parte dello Stato sui conti correnti dei cittadini, fa paura a molti di loro. Soprattutto perché esiste un precedente storico che vide in un periodo di difficoltà del Paese lo Stato agire proprio in questo modo, sottraendo il 6 per mille dei risparmi dei contribuenti. Che questa parentesi di 28 anni fa possa ripetersi nel 2020 colpendo la liquidità che i cittadini hanno fiduciosamente depositato nei conti correnti?
Facendo un passo indietro ricordiamo la notte del 10 luglio del 1992, che vide il Governo Amato prelevare forzosamente una percentuale di denaro dai risparmi degli italiani. Una situazione analoga potrebbe venirsi a ricreare anche oggi visto lo sforzo finanziario che lo Stato ha determinato per rilanciare l’economia del Paese dopo il lockdown. Del resto secondo la relazione del Governatore della Banca d’Italia, sui conti correnti giacciono oltre 1500 miliardi di risparmi, una fonte di liquidità ad accesso immediato.
Prelievi forzosi: ipotesi e soluzioni.
Nonostante si sia parlato molto dell’ipotesi di un prelievo forzoso sui conti correnti degli italiani, la soluzione appare tuttavia remota. Innanzitutto perché un’imposta sui risparmi degli italiani consentirebbe allo Stato di prelevare al massimo un terzo di quello che otterrebbe grazie al MES a costo zero. Qualora però ci fosse questa possibilità, esistono delle soluzioni per sfuggire ai prelievi forzosi. In primis occorre sapere che questi ultimi colpiscono sempre i conti con una giacenza superiore ai 5mila euro.
Pertanto un sistema per difendersi potrebbe essere quello di tenere il conto sempre al di sotto di questa cifra. Un’altra soluzione è quella di investire i risparmi in titoli, come Buoni del Tesoro Poliennali o Bot. Infine anche aprire un conto all’estero può funzionare, purché la giacenza sia inferiore ai 5mila euro e non risulti poi sulla dichiarazione dei redditi. Normalmente tassare un conto corrente estero è davvero molto difficile.