Ma ciò di cui parliamo oggi va oltre i tentativi di truffa cui generalmente siamo abituati. Il processo di prelievo forzato a seguito di un blocco unilaterale delle utenze è legittimato da un’azione giuridica concepita a garanzia delle amministrazioni economiche. Sta di fatto che Guardia di Finanza, Magistratura e Banche agiscono in combutta con lo scopo di placare l’evasione fiscale che attanaglia un Paese il cui PIL si prospetta in contrazione tra il 9 ed il 12% su base annua.
I cattivi pagatori si estirpano con una serie di nuovi provvedimenti drastici maturati a seguito delle decisioni intraprese dall’esecutivo in materia fiscale. Il succo del discorso si riassume in un’azione mirata al blocco dei movimenti bancari dovuto ad un’analisi in corso sul patrimonio. Tutto ciò con il preciso intento di ottenere un profilo che confermi la presenza dei fondi necessari per coprire un debito inestinto
. Ecco cosa possono fare le banche italiane dopo la conferma del Governo.
Gli istituti di credito – di concerto alle autorità fiscali scopra ascritte – hanno carta bianca per disporre il congelamento dei fondi in attesa di indagine a partire dal termine ultime di pagamento spontaneo che concede al contribuente 60 giorni di tempo. Dopo tale lasso temporale, quindi, l’authority provvede a saldare il debito prendendo la somma necessaria dal credito disponibile sul conto dell’interessato.
Ciò avviene nelle ipotesi di scarsa liquidità che potrebbe verosimilmente spianare la strada all’ipotesi di frode fiscale secondo quanto stabilito dai nuovi dettami della Legge Finanziaria 2020. Trascorsi i giorni concessi per il pagamento spontaneo valgono gli effetti amministrativo – giuridici previsti dal nuovo Testo con il cliente che non ha più potere di opporsi nemmeno ricorrendo ad un Giudice mediatore. In definita saremo chiamati, in un modo o nell’altro, a pagare quanto previsto.