Tutti noi siamo avvolti da radiazioni. Stazioni radio, WiFi, Bluetooth, torri base cellulari, Bluetooth, NFC, satelliti. Insomma, potessimo vedere le onde elettromagnetiche non riusciremmo a distinguere un oggetto posto a pochi millimetri dal nostro focus visivo. Una situazione che ha dato adito a non pochi allarmismi da parte dei cospiratori dell’occulto ICT. Il tema sul quale si disquisisce in modo accanito è l’impatto sulla salute sul quale gli esperti hanno voluto dire la loro a margine delle polemiche e delle invettive dei gruppi inneggianti lo slogan #Stop5G. Ecco la verità.
Frequenze dannose per la salute: c’è da preoccuparsi per le radiazioni?
Gli attuali standard di trasmissione telefonica sono sostanzialmente tre:
- 2G – tra 900 e 1.800 MHz
- 3G – tra 1.900 e 2.170 MHz
- LTE/4G – tra 800 e 2600 MHz
Li conosciamo e li usiamo tutti da diversi anni. Si tratta di segnali non ionizzanti che, quindi, non ionizzano il mezzo che attraversano alterando le molecole. Potrebbe trattarsi di ostacoli qualsiasi come muri ed impedimenti ambientali ed architettonici. Ma a noi interessa l’impatto sul corpo umano, evidentemente assente proprio causa natura fisica delle particelle.
Oltre questo ogni dispositivo è vagliato da una apposita commissione d’esame che vigila sulla corretta applicazione della normativa limite per le emissioni nocive che per l’Europa è stabilita come valore SAR di 2W/Kg alla testa. Prendiamo in esame ogni singola posizione.
Radiazioni WiFi
Le frequenze in gioco sono le note 2.4 GHz e 5 GHz usate da tutti i nostri dispositivi in casa ed in ufficio. Il picco di potenza è di circa 100 mW. Espressione di potenza a bassa intensità che non pregiudica in alcun modo il nostro benessere fisico.
Bluetooth
Ormai tutti usano il Bluetooth. Pensiamo alle cuffiette wireless per ascoltare la musica e fare chiamate. Spesso sono addirittura LE (Low Energy) e con l’ultima implementazione Bluetooth 5.0 si è compiuto un ulteriore passo in avanti in termini di sicurezza e portata senza alterare la potenza. Una versione decisamente light del WiFi che non rappresenta in nessun caso un rischio. Innocuo come evidenziato peraltro da una ricerca ufficiale i cui risultati sono stati resi pubblici dalla Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro in relazione al tema della distanza. Tanto è maggiore tanto minore è il rischio anche per esposizione prolungata.
Radiazioni 5G
In via di sperimentazione dal 2019 è stata adottata con successo da TIM e Vodafone solo nel corso del 2020 con la proposizione delle prime offerte. Sul mercato iniziano a palesarsi nuovi dispositivi che concedono il beneficio di una connessione Gigabit e piani illimitati. Le frequenze in uso rientrano nello spettro 30 – 300 GHz. Si fa contezza del porting logico delle bande 700 MHz in uso per il Digitale Terrestre e delle nuove portanti 3500 MHz e 26 GHz (mmWave) per le quali non sono stati ancora provati effetti negativi. Gli studi hanno dimostrato un’intensità irrisoria per l’eventuale proporsi di effetti da radiazioni ionizzanti. Non penetrano aria o pareti e non esiste, ad oggi, alcun riscontro scientifico sull’argomento che provi un qualche livello di pericolosità. Ogni notizia assume in questo frangente il ruolo di bufala.