Sulla rete 5G se ne sono dette di tutti i colori; dalla diffusione del Covid-19 fino alla morte di piccoli volatili a causa delle radiazioni provocate dalle antenne. Ma cosa c’è di vero? Cos’è questo fantomatico 5G? Ecco qualche risposta che dovrebbe chiarirvi le idee.
Uno dei principali punti portati avanti dai detrattori della rete 5G è l’utilizzo di frequenze a 26 GHz. Quello che c’è da sapere a riguardo è che il 5G oltre alla frequenza da 26 GHz lavorerà anche sulle frequenze già usate per le reti 3G e 4G, già ampiamente testate in merito alle possibili conseguenze sulla salute; per quanto riguarda i 26 GHz invece, banche mai applicato nel campo del Wi-Fi, è una frequenza già piuttosto diffusa in altri campi e priva di qualsiasi rischio.
Rete 5G: il beam forming e la diffusione delle antenne
Un’altra delle critiche mosse alla rete 5G è quella che questa nuova tecnologia ci immergerebbe nelle onde irradiate dalle antenne; in realtà è vero l’opposto. Grazie alla tecnologia “beam forming“, le nuove antenne sono in grado di indirizzare con grande precisione le onde che emettono, potendo addirittura sfruttare le superfici solide per “giocare di sponda” è raggiungere il dispositivo che necessita del segnale.
Passiamo ora alle antenne, il cui grande numero ha destato molta preoccupazione per la paura dei campi elettromagnetici; la normativa italiana in merito pone un limite molto basso per quanto riguarda i campi elettromagnetici, che non devono mai superare i 6 V/m, un limite di molto più basso di molti altri stati. In tal senso l’unica conseguenza possibile sarà il progressivo smantellamento delle antenne per le reti 3G, una tecnologia sempre meno utilizzata, che lascerà il posto alle nuove e più funzionali apparecchiature.