L’elevato debito pubblico che sta scaturendo e che è già scaturito in parte dalle ripercussioni nate a causa del coronavirus sta conducendo le forze politiche davanti un dibattito sempre più imminente ossia quello sul da farsi in merito ad un ipotetica patrimoniale. La necessità di remunerare il capitale investito in questa situazione d’emergenza è sempre più elevata così come lo è altrettanto la necessità di ridurre velocemente il debito che ora fa in capo al nostro Stato.
In una situazione di stallo come quella appena citata, le forze politiche del Paese hanno opinioni contrastanti, cosa bisognerà aspettarsi se la patrimoniale diventerà effettivamente realtà?
In primo luogo è doveroso dover effettuare una di quelle precisazioni che molte volte passano sott’occhio: la patrimoniale non è una tassa in quanto veste le forme di una
imposta. Definito anche come un plausibile contributo di solidarietà dal PD, tale tributo se dovesse entrare in vigore, andrebbe a colpire i redditi più elevati previsti per gli anni 2020 e 2021 così da poter accumulare una certa somma da poter poi versare a quei e nuclei familiari che si ritrovano in una situazione di povertà scaturita dalla crisi sanitaria.Come già anticipato, le forze politiche hanno opinioni molto contrastanti in merito a questa imposta. se da una parte troviamo il PD con la sua proposta, dall’altra troviamo Forza Italia contraria appoggiata, questa volta, dai 5 Stelle.
Cosa riserverà il futuro al popolo italiano e dunque impossibile da prevedere ma qualcosa è certo: il governo sta svolgendo tutte le operazioni necessarie per poter evitare introduzione della patrimoniale.