Esaminando il riscontro fornito dal test condotto dagli esperti si scopre che le emissioni nocive generate da una vettura elettrica sono superiori rispetto ad una controparte endotermica di tipo Euro 6D-Temp. Una mercedes 220D batte una Tesla Model 3 sul piano dell CO2 emessa a lungo termine. Ciò è causato dal naturale degrado delle batterie e dall’uso di carbonfossile in fabbrica per la realizzazione delle celle.
Un altro motivo di discordanza che balza subito all’attenzione di tutti è il prezzo inteso come listino di vendita e costi di manutenzione e mantenimento. Chiaro che una soluzione a batteria costi parecchio rispetto ad una controparte Diesel. Si nota subito dal concessionario. Oltretutto, considerando un naturale degrado decennale degli elementi, si scopre che cambiare le batterie
è parecchio oneroso. Sono proprio queste componenti a rappresentare il costo maggiore.
Sempre in merito ai supporti energetici si apre la questione rifornimento. Non esiste una reale convenienza dal punto di vista delle ricariche. In assenza di ricarica rapida il tempo per effettuare il pieno richiede parecchie ore. In casa, poi, la bolletta della luce lievita considerevolmente mentre in strada siamo ancora alle prese con una burocrazia troppo astringente e con prezzi che, a meno di abbonamenti particolari, pongono l’elettrico in linea con il Diesel.
In definitiva potrebbe non essere ancora il momento giusto per scegliere una EV in Italia. Nel frattempo si fa strada anche il nuovo motore H2 che usa l’idrogeno come combustibile eco sostenibile. Si tratta di una soluzione a basso impatto ambientale che genera soltanto vapore acqueo e che consente – secondo l’AD di Continental – di effettuare un rifornimento rapido (circa 5 minuti per il pieno) con una resa chilometrica davvero esilarante. Attualmente in prova presso cantieri e stazioni ferroviarie (vedi Germania) rappresenterà il futuro tassello essenziale per la mobilità zero emissioni che vede in prima linea società come Toyota.