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PEC: i professionisti rischiano la sospensione dall’albo

Il nuovo decreto semplificazione rende la PEC, la posta elettronica certificata, uno strumento imprescindibile per tutti i professionisti. L’obiettivo del Governo è di dare una decisiva accelerata al processo di digitalizzazione del Paese; da troppi anni infatti l’Italia si trova incastrata in una struttura burocratica lenta e farraginosa.

La PEC sarebbe in realtà obbligatoria da diverso tempo ma sono molte le aziende e i professionisti che non rispettano l’obbligo rendendo inutile uno strumento molto efficiente. D’altronde la posta elettronica certificata è diventato uno strumento facilmente accessibile per chiunque, soprattutto se si pensa ai vantaggi. Inoltre il prezzo di questo strumento è stato talmente ridimensionato, poche decine di euro l’anno, che non ci sono più motivi validi per procrastinarne l’attivazione.

La mancata comunicazione della PEC può potare alla sospensione dall’albo

 

A definire l’obbligo alla posta elettronica digitale è l’articolo 29 del Decreto

Semplificazione; ma oltre a ribadire l’obbligo, come detto già contemplato precedentemente, l’articolo stabilisce anche delle sanzioni molto dure per i trasgressori. La nuova legge infatti stabilisce che tutti i professionisti e le imprese che non rispettino tale ordine subiscano la sospensione dal registro delle imprese e dai vari albi professionistici.

Nel caso specifico di un professionista iscritto all’albo scatterà in un primo momento una diffida; se entro 30 giorni dalla notifica non si comunicherà il proprio indirizzo PEC la diffida si commuterà in una sospensione a tempo indeterminato fino alla comunicazione dell’attivazione del servizio. Inoltre la nuova legge prevede l’obblio di possedere e comunicare un domicilio digitale, una casella di posa elettronica certificata inserita negli elenchi dell’Anagrafe nazionale.

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Pubblicato da
Redazione