Nella precedente affermazione l’uso del condizionale è obbligatorio in quanto è emersa una scomoda verità che per certi versi potrebbe scatenare l’ira di chi è passato ad una nuova auto elettrica. Ok agli incentivi che riducono il prezzo ed ai tanti vantaggi per il bollo auto agevolato, parcheggi gratuiti ed accessibilità alle ZTL. Ma i risultati di un nuovo test dichiarano la vittoria del gasolio con grande sorpresa e rammarico degli automobilisti. Ecco cosa si è scoperto.
A ribaltare le tesi di Governi ed associazioni pro-ambiente è una revisione a porte chiuse che ha visto impegnati gli esponenti dell’autorevole CES-IFO di Monaco di Baviera con una Tesla Model 3 ed una Mercedes 220D. Nell’occasione si è valutato l’impatto ambientale che ha messo in risalto alcuni aspetti cruciali sul livello di CO2 prodotto dalle auto durante il loro ciclo di vita.
Se è vero che nel quotidiano un’auto elettrica inquina meno
lo stesso non si può dire in linea generale. Le batterie si esauriscono nel giro di un decennio richiedendo una costosa manutenzione o sostituzione. Per produrre le celle vengono impiegati materiali industriali che producono scarti di biossido di carbonio che ribaltano le stime dei cicli WLTP. Niente da fare per i sistemi a ricarica elettrica che devono quindi essere perfezionati nei processi e nelle implementazioni che al momento vedono impegnate società del calibro di Tesla per la produzione di batterie quasi inesauribili in collaborazione con CATL.Passiamo ai costi di listino e mantenimento. Siete mai stati da un concessionario? Notato come, al lordo degli incentivi, il prezzo di una elettrica sia sempre di molto superiore rispetto ad una controparte endotermica a gasolio? Lo stesso si manifesta in fase di spese quotidiane per la ricarica che non introduce una vera e propria convenienza specie in ben determinate condizioni. Il costo, a meno di abbonamenti speciali, è in linea con il listino del Quotidiano Energia della componente Diesel. Tra l’altro i sistemi per la ricarica rapida riducono sì il tempo necessario per il rifornimento ma aumentano la spesa ben oltre l’aspettativa.
In Italia, tra l’altro, solo ultimamente si sta assistendo ad una sburocratizzazione delle procedure di installazione per le colonnine elettriche. Al momento richiedono 18 permessi che ostacolano il processo di capillarizzazione degli hotspot elettrici.
Per tutti questi motivi molti potrebbero affermare che la rivoluzione elettrica sia da rinviare ai prossimi mesi, quanto assisteremo a qualche importante cambiamento nei processi di produzione e nell’uso degli incentivi e dei sistemi di ricarica. Appuntamento rinviato quindi. Vedremo come andrà a finire.