Sia Apple che Google sono stati accusati di aver volontariamente rimosso la Palestina dalle loro mappe, nonostante non sia in realtà mai stata presente e si fossero già verificate proteste a riguardo.
La ricerca della Palestina su Apple Maps e Google Maps mostra solo una parte dei territori adiacenti. Le lamentele secondo le quali è stata rimossa sembrano derivare da un post su Instagram diventato virale in questi giorni di un utente chiamato “Astagfirvlah“. Quest’ultimo ha accusato le due aziende. Successivamente il post è stato aggiornato con ulteriori informazioni. Smentite quindi quelle precedenti. Tuttavia, articoli e post su altri social media hanno continuato a diffondere le accuse rivolte alle due aziende. I sostenitori della Palestina accusano in particolar modo i due colossi della tecnologica di sostenere l’occupazione israeliana.
Nuove accuse per Apple e Google in seguito all’assenza della Palestina sulle rispettive mappe
La Palestina è uno stato indipendente per le Nazioni Unite e 136 dei suoi membri. Non negli Stati Uniti dove troviamo la sede centrale di Apple e Google. Google non ha immediatamente risposto sulle ultime accuse, ma una sezione del suo sito Web dedicata ai confini fino ad ora contestati afferma: “Sono presenti confini con una linea grigia tratteggiata. Ciò implica che le popolazioni coinvolte non concordano sui confini delineati“.
Non è la prima volta in assoluto che si parla della rimozione della Palestina soprattutto da Google Maps. Nel 2016, una petizione di Change.org contestava che ogni menzione della Palestina fosse rimossa su insistenza del governo israeliano, aggiungendo che “i due fondatori ebrei di Google hanno stretti legami con Israele e i suoi leader“. La petizione “Google: Metti la Palestina sulle tue mappe!” è ancora attiva e ad oggi ha più di 800.000 firme. Al momento anche Apple, quindi nessuna delle due aziende coinvolte, ha commentato la vicenda.