Alcuni ricercatori dell’Università di Washington hanno progettato mini telecamere su misura per gli scarafaggi, con l’intento di filmare l’ambiente circostante. Per la prima volta è possibile farlo con telecamere wireless su piccola scala.
Questa ricerca potrebbe essere la svolta per qualsiasi telecamera, da quella dei nostri smartphone a quelle di sorveglianza, offrendo prospettive diverse da quelle cui siamo abituati. Inoltre, consente ai ricercatori di studiare nel dettaglio la vita stessa degli scarafaggi. La perfetta unione di scienza e tecnologia. Le immagini catturate sono visibili live grazie alla possibilità di collegare uno smartphone direttamente alla telecamera.
“Abbiamo creato un sistema wireless a bassa potenza in grado di catturare una visione in prima persona di ciò che accade agli insetti come se fossero dei piccoli robot”, afferma Shyam Gollakota, professore di informatica in UW & Engineering e autore dello studio. “Così importante per i settori della comunicazione e della navigazione, ma estremamente impegnativo su scala così ridotta. Prima del nostro lavoro, un sistema del genere wireless non era possibile per piccoli robot o insetti”.
Mini telecamere a bordo degli scarafaggi, il nuovo progetto di alcuni ricercatori americani
La telecamera utilizzata pesa circa 250 milligrammi, un decimo del peso di una carta da gioco. In fase di test è stata posizionata sul retro di due coleotteri: uno scarabeo che finge la morte e uno scarabeo Pinacate. Trasmette immagini da uno a cinque fotogrammi al secondo e si trova su un braccio meccanico che può ruotare di 60 gradi. Utilizzando questo meccanismo, i ricercatori possono ottenere una panoramica ad alta risoluzione. La sfida nello sviluppo dell’obiettivo non è stata la qualità dell’immagine o il peso, ma la durata della batteria.
Le fotocamere degli smartphone, ad esempio, sebbene piccole, richiedono batterie troppo grandi per essere trasportate dagli insetti. Pertanto, i ricercatori hanno dovuto utilizzare una minuscola videocamera in bianco e nero a bassa potenza. Il sistema ricorda quello delle mosche. “Le mosche usano dal 10 al 20% della loro energia a riposo solo per alimentare il cervello, la maggior parte è dedicata all’elaborazione visiva. Per aiutare a ridurre il dispendio di energie, alcune mosche hanno una piccola regione ad alta risoluzione sull’intero campo visivo”, spiega Sawyer Fuller. Il vantaggio dell’uso di questo metodo è che i ricercatori possono tracciare un oggetto senza dover spendere energia in eccesso spostando l’intero robot.
Si affida alle vibrazioni per muoversi e usa tutta la potenza di una radio Bluetooth. Può muoversi a una velocità da due a tre centimetri al secondo – apparentemente più veloce di qualsiasi altro piccolo robot che utilizza le vibrazioni per muoversi – e ha una durata della batteria di 90 minuti. Queste telecamere potrebbero essere utilizzate per esplorare ambienti precedentemente non raggiungibili e, in futuro, potrebbero essere la chiave per usare l’energia solare, per le missioni spaziali e tanto altro.