Di recente alcuni esponenti politici, a seguito delle nuova Legge di Bilancio, hanno sintetizzato alcune proposte utili ad aiutare il nostro paese. Tra queste ce n’è una in particolare riproposta anche dall’Agenzia delle Entrate stessa, ovvero l’introduzione di un maxi condono fiscale.
Tornando indietro negli anni, possiamo facilmente notare come il condono fiscale sia stata una soluzione per molti paesi del mondo, al fine di risanare l’economia e stabilire, almeno in apparenza, la cosiddetta “pace fiscale”. Trattandosi di una soluzione estrema, quasi un’ultima spiaggia per il Fisco Italiano, la proposta ha scatenato in tutto il paese dei forti pareri contrastanti.
Nonostante ciò, però, l’Agenzia delle Entrate continua a spingere su un concetto fondamentale non chiaro a tutti: trattandosi di pagamenti non più esigibili, le spese per condurre indagini e accertamenti sulle cartelle esattoriali
lasciate insolte, risulterebbero del tutto inutili.Stando a quanto specificato, quindi, a godere principalmente dei benefici offerti dal condono fiscale, sarebbero tutti i soggetti fiscali, i contribuenti e le aziende che, nel corso degli ultimi anni, hanno cessato il proprio operato a causa di fallimento o licenziamento.
Il maxi condono, quindi, darebbe il via ad una sanatoria fiscale per ben 400 miliardi di euro. Una cifra estremamente alta per una mossa che, purtroppo, potrebbe risultare nuovamente utile fra meno di due anni.
Nonostante tutti i pro ed i contro, ad oggi il nostro Governo ha deciso di non introdurre il condono fiscale all’interno del PNR. Pertanto la proposta avanzata dall’Agenzia delle Entrate non sarà presa in considerazione nella gestione dei fondi.