La chiusura del conto corrente non è mai una situazione piacevole soprattutto quando quest’ultima avviene per una motivazione unilaterale dettata direttamente dall’istituto bancario presso cui si è instaurato il contratto. Nonostante sia un accadimento non comune ma bensì straordinario, la chiusura improvvisa del conto corrente non è qualcosa di impossibile ma soprattutto dovrebbe rappresentare una condizione nota a tutti i clienti di una qualsiasi banca per ragioni diverse. Verificabile secondo una procedura prestabilita, la stessa ha bisogno anche di due elementi, uno oggettivo ed uno soggettivo: scopriamo quali sono.
Conto corrente chiuso: quando può agire in tal modo la banca?
Come anticipato, in alcune occasioni gli istituti bancari possono provvedere con una rescissione anticipata del contratto bancario. In modo specifico possiamo definire che tale ipotesi di può verificare in che casi specifici, i quali a loro volta vedono delle applicazioni specifiche. Esse sono:
- nel caso di contratto a tempo indeterminato, Istituto bancario può decidere di concludere il contratto in maniera anticipata previa una comunicazione al correntista;
- nel caso di contratto a tempo determinato, la banca non può decidere di concludere anticipatamente il contratto se non per giusta causa.
Cosa si può intendere per “giusta causa“? In tale ipotesi rientrano situazioni in cui il correntista può non disporre di fondi sufficienti alla copertura di ordini di pagamento, in cui il conto corrente in questione risulta essere dormiente o ancora per ipotesi che riguardano:
- La dichiarata incapacità del soggetto;
- Un eventuale fallimento dell’imprenditore;
- La dichiarata morte del soggetto titolare del contratto bancario.