Ad oggi, nel solo 2020, il 98% delle nuove immatricolazioni è rappresentato da una automobile con motore termico, un piccolo calo rispetto al 2019, quando la percentuale era salita addirittura al 99,4%, tutto a favore delle motorizzazioni ibride. Una soluzione che potremmo definire intermedia, ovvero in grado di soddisfare in parte la riduzione delle emissioni (ed avere quindi il “cuore in pace”), ma allo stesso tempo fornendo la possibilità di fare rifornimento presso tutte le pompe di benzina in soli 2 minuti (hanno guadagnato il 12% del mercato, quando erano al 6% nel 2019).
Il diesel, tuttavia, resta la motorizzazione preferita dalle imprese
e dalle flotte degli autonoleggi, proprio per le sue prestazioni sulle percorrenze extra-urbane; i dati sono molto chiari, il 25% degli utenti privati acquista un motore di questo tipo, ma la percentuale sale addirittura al 50% quando si parla di un’auto aziendale.
Una fotografia chiarissima della situazione attuale, anche se la realtà complessiva è più grave del previsto; in questi 6 mesi abbiamo assistito a 500mila immatricolazioni in meno rispetto al 2019 (1,1 milioni contro 600mila), con un calo di circa il 10% di acquisti in meno da parte dei soli privati (una piccolissima porzione del mercato dell’automobile).
La speranza, conclude Anfia, risiede completamente nelle misure del DL Rilancio, anche se temete che siano “pochissime risorse, non in grado di dare un contributo reale alla ripresa del mercato”.