A cavallo tra il 2019 e il 2020, le reti 5G sono state accese anche per gli utenti privati. Si tratta di una novità straordinaria per le sue implicazioni sulla quotidianità degli utenti, che vivranno una rivoluzione tecnologica come mai se n’erano potute apprezzare fino ad ora.
Ma se già risultano così importanti le innovazioni apportate dalla nuova connessione, possiamo a stento immaginare cosa rappresenterà il 6G in un futuro neppure troppo distante.
Seguendo la cronistoria degli aggiornamenti in fatto di connessioni mobili, il 6G dovrebbe essere completato almeno nelle sue infrastrutture basilari entro i prossimi 10 anni. Non un arco di tempo improponibile, se si pensa al grado di integrazione e tecnologia che porterà con sé. Questa prospettiva risulta tanto meno distante quanto più ha percezione che i ricercatori cinesi sono già al lavoro sulle caratteristiche peculiari del 6G.
Questo fornisce una riprova del fatto che la Cina voglia imporsi come leader, nonché trascinatrice, delle rivoluzioni tecnologiche che investiranno l’intera umanità.
Non solo in Oriente si parla già di 6G. Lo scorso 5 ottobre, Mika Rantakokko, dall’università finlandese di Oulu, ha tenuto una conferenza in cui è stata presentata una bozza di quella che sarà la prossima generazione di connessioni.
La rete 6G, come spiega Rantakokko vedrà probabilmente una “latenza pari a zero” e questo vorrà dire “avere tutta la potenza di calcolo del cloud e i suoi immensi archivi letteralmente in tasca”. Questo significa anche, per gli ingegneri, un consumo energetico bassissimo.
Potrebbero perfino non servire più gli smartphone. Esisterà quella che oggi viene definita “ombra digitale”, una specie di ologramma che andrà a seguire ogni momento della nostra vita immagazzinandone i dati indispensabili. Senza contare che si tratti di un individuo, di un’azienda o una città.
Per il momento, attendiamo di scoprire cosa ha in serbo per noi il 5G. Ma dare uno sguardo al futuro potrebbe incentivare alla sua più rapida realizzazione.