Negli ultimi mesi, le banche hanno intensificato i controlli sui conti correnti e sui movimenti dei propri clienti. In Italia, è nuovamente presente un limite sull’utilizzo del contante per una somma massima di 2000 euro. La normativa è volta a ridurre l’evasione fiscale, gli acquisti in nero di beni, il finanziamento di attività illecite ed il riciclaggio di denaro. Da quando è stato istituita tale normativa, gli istituti bancari sono chiamati ad essere ancora più rigidi nella segnalazione di eventuali operazioni sospette.
Con le attuali disposizioni, le banche possono chiedere al proprio cliente informazioni per spostamenti di valori superiori a 2000 euro o anche per invii o ricezioni di denaro frequenti dal valore inferiore alla cifra di 2000 euro. La richiesta di informazione delle banche può avvenire sia con un colloquio di un addetto con il cliente, sia attraverso sondaggi, sia attraverso controlli diretti sul conto corrente dell’interessato.
Laddove dovessero emergere della anomalie, gli uffici interni dell’istituto bancario sono obbligati a comunicare direttamente con la Banca d’Italia e con le autorità giudiziarie. Saranno poi queste ultime ad approfondire le ricerche per ipotetici crimini fiscali.
L’azione di revisione delle banche verso i conti correnti è un’azione obbligata. In presenza di mancata segnalazione, infatti, sarebbero gli stessi uffici dell’istituto a dover rispondere di un’omissione.
Il controllo fiscale, da quando vi è il vincolo sul contate, è particolarmente serrato per i cosiddetti pagamenti frazionati. Tante persone, per evitare accertamenti, scelgono di dilazionare l’invio di una somma di denaro ingente in più parti dal valore inferiore ai 2000 euro. Tal genere di operazione è però riconosciuta con semplicità dagli addetti ai lavori e non esclude da una verifica anche più rigida per evidenziare eventuali soprusi.