Il diesel è ufficialmente entrato in crisi, una tendenza segnata in tutti i settori del mercato (non limitandosi alle citycar), il destino pare essere segnato, ma non in favore dell’ormai innovativo elettrico, quanto il buon vecchio motore termico a benzina.
Stando ai dati comunicati in un articolo del portale l’automobile, il 2019 è stato l’anno del sorpasso definitivo, i modelli con propulsore a benzina hanno raggiunto oltre il 44,3% delle immatricolazioni, contro il 40% del corrispettivo diesel. Per avere un’idea della situazione, pensiamo al 2018, anno in cui quest’ultimo deteneva il 51,5% del mercato delle nuove auto, contro il 35,3% del benzina.
Il trend pare essere ormai decisamente netto e definito, anche i primi 6 mesi del 2020 (considerando comunque tutti i “problemi” legati al Covid-19) hanno segnato l’acquisto del 49,1% di vetture a benzina, contro il 35,1% relativo al diesel.
Diesel in crisi: il benzina riesce ad avere la meglio
Il settore profondamente in crisi è quello delle citycar diesel, fino a qualche anno fa tutti i modelli del segmento A presentavano la motorizzazione a gasolio (basti pensare alla Smart Fortwo), una declinazione oggi praticamente scomparsa, obbligando difatti gli utenti a puntare verso una categoria superiore per riuscire a sfruttarne i vantaggi (sebbene sia da segnalare che anche il segmento B si stia spostando verso l’ibrido ed il benzina).
I motivi principali che hanno spinto ad una decisione di questo tipo sono sostanzialmente un paio: i criteri più stringenti per le classi ambientali Euro 6 (hanno quindi obbligato le case ad integrare tecnologie più costose, di conseguenza il prezzo sarebbe salito a sua volta), nonché l’incertezza di poterle utilizzare nei grandi centri (la caccia al diesel è ormai aperta da diversi mesi). Due fattori fondamentali che hanno spinto i grandi produttori a scelte difficili, pur di continuare a vendere.