Le profezie hanno unificato e contemporaneamente scisso l’umanità tra coloro che temono per un nefasto avvenire e coloro che, invece, interpretano la antiche scritture come una sorta di infondata verità basata su antiche credenze popolari priva di qualsivoglia base teorico – scientifica. Le avversità della natura sono state studiate a fondo dagli storici contemporanei che hanno ricondotto la fine del mondo a due momenti ben definiti. C’è qualcosa di vero in quelli che potremmo considerare come “spoiler avveneristici”? Scopriamolo.
I Maya avevano ragione? Ezechiele aveva previsto l’Apocalisse ai nostri giorni? Ecco il resoconto delle profezie più famose
Credere o non credere? Questo è il dilemma. Con questa reinterpretazione shakesperiana dell’Amleto si aprono tutta una serie di dubbi in merito al futuro. I Maya – per i quali la fine dell’era dei tempi doveva essere lo scorso 21 Dicembre 2012 – avevano ragione? C’è motivo di pensare che tale data non sia stata solo l’indicazione dell’inizio della fine? Chi può dirlo? Difficile fare una valutazione oggettiva in così breve tempo. Fatto sta che ne sono successe di catastrofi eppure niente e nessuno può ad oggi provare quelle che erano e restano tutt’ora delle teorie per molti astruse e discordanti con la contemporaneità dei fatti.
Per Ezechiele, invece, il tramonto del genere umano si doveva configurare con l’arrivo dei pesci rossi nel Mar Morto per i quali ne è stata fornita testimonianza con gli scatti realizzati dal reporter Noam Bedein che, nonostante tutto, nulla hanno provato sul piano pratico della faccenda.
Di recente, inoltre, un gruppo di seguaci islamici del Corano ha menzionato alcuni versetti inseriti all’interno del Testo Sacro, ove si riporta che l’uomo cadrà in disgrazia per mano della tecnologia. Anche in questo caso i fatti sono ancora da provare.
A fronte di queste nuove rivelazione crescono gli interrogativi ma, nonostante questo, siamo ancora qui a narrare il seguito della vita. Dobbiamo aspettarci qualcosa da un momento all’altro?