Ma il risultato della ricerca, che per onore della cronaca ha fissato i membri della colonia a 110 componenti, non vuole fornire un banale numero; come dichiarato dallo stesso Salotti: “...Mostro con questo lavoro che può essere usato un modello matematico per determinare il numero minimo di coloni e il modo di sopravvivere su di un altro pianeta“.
Tra i principi alla base dello studio dunque quello di creare una colonia completamente autosufficiente, anche a causa delle ovvie difficolta di un costante rifornimento dalla Terra. Soprattutto in virtù di ciò si rende necessaria la presenza di numerosi coloni, grazie ai quali sarà possibile garantire una maggiore specializzazione nelle attività oltre che il fattore di condivisione. Un alto grado di specializzazione permetterebbe infatti di stare al sicuro da più imprevisti; ciascun membro della colonia non risulterebbe infatti un “tassello” di vitale importanza per via delle sue particolari peculiarità durante la colonizzazione del pianeta rosso.
D’altro canto un alto numero di specialisti permetterebbe di applicare quello che Salotti definisce fattore di condivisione. In modo quanto mai lineare ma al contempo efficiente il fattore di condivisone rappresenta l’ottimizzazione dei tempi di produzione di un prodotto grazie alla suddivisione dei compiti produttivi.