Civiltà come i Maya hanno anticipato quella che per molti è l’inizio della fine del mondo. Altri come Ezechiele hanno dato una loro interpretazione all’eclissi del genere umano. Ultimamente alcuni riferimenti importanti sono emersi anche dal Libro del Corano dopo una valutazione davvero allarmante ed in linea con il progresso dei nostri tempi. Siamo davvero al baratro della civiltà terrestre?
Le antiche popolazioni del Sud America hanno segnato la fine del’era dei tempi lo scorso 12 dicembre 2012. Per molti questa data non rappresenta la fine assoluta ma l’inizio di un processo che potrebbe culminare nel profondo abisso del genere umano. Da allora eventi avversi hanno messo a dura prova l’umanità nonostante sia chiaro che nulla di veramente catastrofico sia avvenuto fino al 2020. Per altri il recente Coronavirus
potrebbe rappresentare la fragilità del genere umano per un processo che confermerebbe quanto ascritto dai Maya anni or sono.Anche gli scritti del Corano non concorrono a delineare una piacevole esistenza. Secondo una nuova interpretazione delle scritture pare che l’uomo possa soccombere per mano della tecnologia. Una sorta di schiavitù cui sarà difficile sottrarsi ed a cui è difficile non volgere l’attenzione ai giorni nostri.
Chiude questa rassegna apocalittica Ezechiele che aveva segnato l’inizio di tutto con il ritorno dei pesci rossi nel Mar Morto. Evento documentato in tempi recenti dal reporter Noam Bedein. Nonostante ciò i pareri sono assai discordanti per quelle che sono state classificate come prove circostanziali.
Le rivelazioni si sbagliano o siamo destinati all’oblio? Chi può dirlo? Ai posteri l’ardua sentenza.