Se si tratta di antiche credenze o di falsi miti, ancora non lo abbiamo capito. Sta di fatto che nel lontano 750 a.C. arrivò in Mesoamerica (ad oggi formata dalle pianure del nord, che comprendono la penisola dello Yucatán, dagli altopiani della Sierra Madre, che si arrivano allo stato messicano del Chiapas e a tutto il sud del Guatemala ed a El Salvador, per finire con le pianure meridionali del litorale del Pacifico) una popolazione chiamata Maya. Essi si fecero sentire per diversi motivi, alcuni dei quali permangono tutt’oggi nella storia dell’umanità, continuando a provocare una sorta di inquietudine negli animi. La popolazione iniziò la coltivazione di mais, fagioli, zucche e peperoncini, e nel contempo costruì anche le architetture monumentali, lanciò dei raffinati sistemi matematici e astronomici, e si caratterizzarono in un metodo di scrittura. I maya scrissero peraltro il calendario gregoriano, che tutt’oggi continua a esistere nelle nostre menti.
Ma non furono i soli, in quanto anche Ezechiele, profeta e autore dell’omonimo Libro vissuto durante la fine del regno di Giuda, intorno al 620 a.C., ebbe in dono la possibilità di prevedere eventi che si verificavano a Gerusalemme, pur essendone molto lontano. Cosa sappiamo sulle Profezie Ezechiele e Maya?
Profezie Ezechiele e Maya: cosa c’è da sapere
Tra le principali predilezioni dei maya scorgiamo quella inerente la fine del mondo nel 21 dicembre del 2012, che aveva come cause le catastrofi naturali. Ma non fu l’unica, in quanto videro nel calendario gregoriano la fine dell’umanità nel corso del mese di luglio. Fortunatamente però i Maya si sbagliavano.
Ezechiele invece dichiarò che la fine del mondo sarebbe giunta nel momento in cui saremmo riusciti a trovare pesci vivi nel Mar Morto (lago con percentuale di salinità superiore al 37%). Grazie ad alcune foto scattate da un fotoreporter, è stato possibile provare che la parola del profeta si sarebbe in parte avverata. Ad ogni modo non è successo nulla.