I computer quantistici sono senza dubbio l’ultima frontiera dell’informatica, ma il loro funzionamento passa necessariamente per le più recenti scoperte della fisica dei quanti. Un team congiunto dell’Università di Rochester e della Purdue University ha pubblicato la ricerca sulla rivista specialistica Nature; l’informatica potrebbe funzionare in modo molto diverso nel mondo subatomico; la differenza sarebbe talmente profonda da poter rendere possibile il teletrasporto quantico.
La ricerca si basa sulle regole dell’Entanglement quantistico; sarebbe infatti possibile trasportare, in modo istantaneo, delle informazione da un fotone all’altro anche in caso di grande distanza tra le due particelle. L’applicazione di questa particolare caratteristica del mondo quantistico potrebbe rivoluzionare tantissimi ambiti del nostro sapere scientifico, partendo dall’informatica arrivando alla medicina.
Computer quantistici: come teletrasportare le informazioni
A spiegare il funzionamento dell’Entanglement Andrew Jordan docente di Fisica dell’Università di Rochester: “Secondo il concetto di entanglement, o azione a distanza, come definita da Einstein, le proprietà di ogni particella influenzano e dipendono dalle proprietà di altre particelle, anche se le interazioni avvengono a grandi distanze. Il teletrasporto quantico coinvolge due particelle distanti intrecciate, in cui lo stato di una terza particella teletrasporta istantaneamente il suo stato verso le due particelle intrecciate”.
La ricerca ha permesso di ricreare il fenomeno dell’entanglement anche in particelle in cui non è avvenuta alcuna interazione. Questo apre la strada a tantissime nuove possibilità con la prospettiva di sfruttare il teletrasporto quantico non solo con i fotoni ma anche con le altre forme della materia. I computer quantistici sono un’invenzione piuttosto recente, eppure, sembrano già destinati a cambiare per sempre il mondo in cui viviamo.