I provvedimenti in materia di taglio del cuneo fiscale hanno determinato l’introduzione del bonus busta paga 2020 che di fatto sostituisce il precedente bonus Renzi. Si tratta di un’integrazione economica del vecchio bonus che dagli 80 euro passerà ai 100 euro per alcune categorie d’impiego e che risulterà esteso a molte più fasce reddituali. In alcuni casi però il bonus busta paga potrebbe risultare assegnato per un’errore burocratico ed essere richiesto successivamente magari in una sola soluzione seppur percepito in mesi diversi.
E’ a questo punto che per coloro ai quali non spetta, risulta utile rinunciare immediatamente al sussidio. L’errore di assegnazione si lega alle tempistiche di calcolo per cui può accadere che i requisiti richiesti al momento di erogazione del bonus non esistano più rispetto a quando sono stati verificati. In questo caso sarà richiesta la restituzione dell’intero sussidio, pertanto sarebbe meglio rinunciare fin da subito.
Quando si è esclusi dal bonus busta paga?
La prima cosa da conoscere per evitare di ricevere un sussidio di cui non siete titolari, sono le 3 fasce reddituali per i quali è previsto. La prima comprende i redditi da lavoro dipendente che non superano i 28 mila euro e per i quali è previsto un bonus da 100 euro mensili. La seconda è relativa ai redditi tra i 28.001 euro ed i 35.000 euro ai quali spetta un’agevolazione di circa 80 euro. Infine ci sono i redditi più elevati, dai 35.001 euro ai 40.000 (tetto massimo di attribuzione) a cui spetta un bonus dagli 80 euro fino ai 0 euro.
Quello che può capitare è che il lavoratore si collochi in una posizione oscillante tra una fascia e l’altra e dunque si ritrovi a percepire un sussidio superiore rispetto a quello che avrebbe dovuto ricevere. Solo un’attento calcolo del proprio reddito annuo e di una corretta compilazione della dichiarazione dei redditi può fare luce su quanto effettivamente si debba ricevere. Inoltre, per tutti coloro che non ritengono di rientrare entro il tetto massimo di ricevimento del bonus è prevista la compilazione di uno specifico modulo. Qualsiasi dubbio sulla questione è specificato nel Decreto legge n.3/2020 dove si spiegano tutti i tagli del carico fiscale applicati sul lavoro dipendente.