Scienza e Tecnologia

Chernobyl: se non fosse stato per questo strano fungo saremmo nei guai

Se non fosse stato per un fungo il disastro Chernobyl avrebbe potuto avere ripercussioni ben più gravi sulla salute pubblica. A confermare la notizia sono i nuovi studi del team dell’Università di Stanford che all’interno delle pagine del prestigioso Scientific American riceve gli elogi dei lettori di fronte alla nuova scoperta.

La pubblicazione menzione un componente biologico unico nel suo genere. In grado di auto rigenerarsi nel giro di qualche minuto e di auto ripararsi è usato come sistema di accesso alle aree della zona rossa in quanto protegge dalle radiazioni. I suoi effetti benefici sono stati provati su pazienti malati di cancro sottoposti a radioterapia, ingegneri e piloti di compagnie aeree.

Un micro sistema biologico tanto potente che pare ne siano sufficienti appena 21 centimetri per assorbire gli effetti delle scorie dannose a lungo termine. Lo staff della ISS (Stazione Spaziale Internazionale) valuta di fatto un suo utilizzo nelle missioni spaziali. Più nello specifico si pensa possa essere adoperato per le esplorazioni su Marte a causa delle sue caratteristiche che consentono di purificare l’atmosfera inospitale. Ecco cosa è stato detto al riguardo.

 

Chernobyl: poteva andare molto peggio se non fosse stato per un fungo dalle proprietà incredibili

Il fatto che le radiazioni in Europa Centrale si siano mantenute entro livelli di sicurezza prossimi all’1% potrebbe essere dovuto proprio all’azione di un fungo cresciuto alle sponde del Reattore 4. Non sarebbe il cemento a mantenerci al sicuro ma proprio questo micete.

I commenti degli esperti dopo la scoperta

Nils Averesch dell’università di Stanford – tra le pagine del New Scientist – spiega come “ciò che rende fantastico il fungo è che hai solo bisogno di pochi grammi per iniziare”.

“È già stato in grado di assorbire i dannosi raggi cosmici sulla Stazione Spaziale Internazionale. Potrebbe essere potenzialmente utilizzato per proteggere le future colonie di Marte”.

Clay Wang dell’Università della California del Sud ha concluso confermando che:

“I progressi nell’uso dei poteri dei funghi per scopi medicinali sono stati graduali, ma sono stati potenziati negli ultimi anni da uno studio in corso che ne ha visto inviare campioni nello spazio. Coltivandolo nella Stazione Spaziale Internazionale, dove il livello di radiazione è aumentato rispetto a quello sulla Terra”.

 

Caratteristiche e dati assorbimento radiazioni

Il nome di questo particolare fungo è Cladosporium sphaerospermum. Le sue caratteristiche le consentono di prosperare in ambienti ad alti livelli di radiazione per azione della radiosintesi che similmente alla fotosintesi delle piante usa la melanina per convertire le radiazioni gamma in energia chimica. Funge quindi da barriera naturale contro le componente nocive preservando le altre forme di vita. Attenua dunque i raggi ionizzanti rendendosi perfettamente in grado di riprodurre le ideali condizioni abitative in situazioni limite. Tanto efficace che a piena maturità riesce a ridurre del 98% la struttura chimica delle radiazioni su Marte.

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Pubblicato da
Domenico