batteria smartphone

Il modo in cui usiamo il nostro smartphone può dire molto di noi e della nostra personalità. Si può passare dall’uso che ne facciamo durante la giornata con i social network, passando allo stato della batteria o al tempo impiegato durante una telefonata. Infatti, questa tesi è stata anche confermata dalla ricerca di un team internazionale di Stanford. Il modello tramite cui viene fatta questa sorta di “analisi” viene anche detto “Big Five”.

Questa teoria di Robert R. McCrae e Paul T. Costa è stata proposta principalmente negli anni ottanta. Secondo questo approccio, il quale si basa su una piattaforma di analisi psicolessicali, la personalità è costituita da cinque importanti fattori: quella dell’estroversione e dell’introversione, della gradevolezza e sgradevolezza, della coscienziosità e della negligenza, della stabilità emotiva e del suo contrario e infine dell’apertura mentale e della chiusura. Dunque, l’uso dello smartphone ci può indicare quali di questi tratti sono maggiormente preponderanti.

 

 

Smartphone: tutti i risultati che sono emersi dalla raccolta dati

La raccolta dati è stata effettuata su 743 volontari reclutati fra settembre 2014 e gennaio 2018. I dati sono stati raccolti nel corso di un mese intero e inviati ai rispettivi atenei delle università che si occupavano della ricerca. Da ciò è emerso che alcuni dati sono decisamente più importanti per definire i tratti psicologici di una persona.

Ad esempio, per riuscire a capire la coscienziosità di un individuo si va a vedere il livello di autonomia della sua batteria. Infatti, se il livello della batteria è spesso superiore al 60%, quindi con minore rischio di rimanere a secco, questa persona si può definire più responsabile rispetto ad altre. Inoltre, la coscienziosità si va anche a ricercare nell’uso di determinate applicazioni, come ad esempio quelle riguardanti il meteo, i timer e app di autocontrollo. Per quanto riguarda invece il fattore dell’apertura mentale, e tutti gli aspetti ad essa collegati, si devono andare a ricercare nel consumo di musica, uso della fotocamera e di applicazioni.

Continuando con la ricerca, la misura di introversione ed estroversione è stata collegata e prevista in base ad un elevato numero di chiamate di uscita in un giorno e ad un uso più intenso di WhatsApp. “I risultati presentati dimostrano che l’informazione sui comportamenti quotidiani degli individui attraverso i sensori e i dati degli smartphone possono essere sfruttati per inferire i loro tratti della personalità nelle cinque dimensioni della teoria dei Big Five alcune specifiche classi di atteggiamenti (uso delle app, consumo di musica, comunicazione e socialità, mobilità, attività complessiva e confrontata fra notte e giorno) sono particolarmente informativi rispetto alle differenze

Inoltre, altri interessanti dati si potrebbero ricavare in altre modalità tramite diversi campioni di volontari e periodi di prova decisamente più lunghi avendo la possibilità di incrociare dati provenienti anche da altre fonti.

Questo lavoro nasce in particolar modo per “sottolineare sia i benefici che i pericoli legati all’uso generalizzato di dati comportamentali ottenuti dagli smartphone“. Se da una parte vengono messi in evidenza i lati positivi della questione, dall’altro i ricercatori invitano a non sottovalutare “non sottovalutare le potenziali conseguenze negative sulla raccolta dei dati delle routine, sulla loro modellazione e sul commercio incontrollato di dati personali estratti dagli usi dei telefoni”.

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