L’emergenza Coronavirus ha certamente smosso molti equilibri vigenti nella nostra penisola, infatti a seguito del blocco totale della macchina produttiva del nostro paese, nel tentativo di ripartire il Governo sta passando al vaglio numerose possibilità per rinvigorire le casse dello Stato ma, allo stesso tempo, offrire un periodo di respiro alla popolazione, ovviamente stremata dal blocco totale del lavoro.
Un’idea che ha riscosso molti consensi è stata quella legata alla possibilità di emanare un condono fiscale, ovvero l’annullamento del debito che alcuni contribuenti portano avanti con lo stato che però, non andrebbe ad investire tutti i cittadini in debito, bensì solo alcune classi particolari, ovvero i contribuenti deceduti e le aziende con dichiarato stato di fallimento.
Perfino la tanto temuta Agenzia delle Entrate si espressa favorevole all’idea, vedendo questa possibilità come un modo sia per riallacciare i rapporti Stato-Contribuenti sia per snellire molte pratiche ormai naufragate in catene burocratiche.
Con tutta probabilità il tanto discusso condono fiscale non arriverà, per varie ragioni espresse anche dal premier Conte, il quale ha sottolineato come eliminare alcuni debiti per molti contribuenti sarebbe si una buona cosa dal momento che stimolerebbe il ritorno di capitali nella nostra penisola, ma andrebbe a creare un pericoloso precedente poichè sarebbe come gettare un velo di ignoranza sul come quei capitali sono stati accumulati.
Come se non bastasse, con la conferma del recovery fund, un’ulteriore azione per cercare di rinvigorire l’economia statale altro non sarebbe se non superflua, sopratutto nel caso appunto di un condono fiscale che potrebbe avere troppe ripercussioni.