La sospensione dei mutui e le agevolazioni relative all’accesso al credito stabilite dai decreti Cura Italia e Liquidità non sono state completamente rispettate dal alcune banche. Così l’AGCOM si è trovata costretta, su sollecito di una molteplicità di cittadini, ad intervenire sull’operato di numerosi istituti di credito. Le accuse rivolte alle banche sono soprattutto relative alla mancata trasparenza nelle comunicazioni, sia relative alla sospensione dei mutui sia alla possibilità di chiedere nuovi finanziamenti.
L’Autorita Garante della Concorrenza e del Mercato ha intimato a 12 Banche primarie di adeguarsi a quanto stabilito dai decreti nati per fronteggiare le difficoltà economiche scaturite dal lockdown. Stiamo parlando di BNL, Banco BPM, UBI, Credit Agricole, Credem, MPS, Banca Popolare Sondrio, Creval, BCC Pisa, Compass, Agos e Fiditalia. Tra le accuse mosse verso l’operato di questi istituti di credito anche quello di mancata chiarezza sui tassi applicati al termine della sospensione dei mutui.
La reazione delle banche dopo l’intervento dell’AGCOM.
Grazie all’intervento dell’Autorita’ Garante le banche oggetto di polemica sono rientrate nei ranghi ed hanno immediatamente aderito agli accorgimenti suggeriti dal Governo. Innanzitutto facendo chiarezza su alcune questioni tra le quali in primis proprio quella relativa alla sospensioni dei mutui. Così oggi sia i siti che la documentazione di questi istituti specifica con precisione le tempistiche necessarie per rispondere alla richiesta di stop sui mutui effettuate dai cittadini.
Stessa trasparenza è quella riservata ai maggiori costi relativi agli interessi maturati nel periodo della sospensione dei finanziamenti. Sono infatti state predisposte alcune tabelle dalle quali evincere i costi aggiuntivi sugli interessi applicati in base al tempo di sospensione. In questo modo l’operato delle banche non solo rispetta le agevolazione al credito sancite dal Governo ma aiuta concretamente imprese e cittadini che ancora vivono le difficoltà legate al lockdown.