Controprova ne è il numero di neologismi riconosciuti ufficialmente negli ultimi 10 anni, il tutto pur rimanendo nel luogo di nascita della lingua stessa. La vera domanda è dunque come, quanto, e in quanto tempo, la lingua parlata dalle colonie inizierebbe a scostarsi da quella “terrestre“; soprattuto se calata in un conteso isolato come può essere una colonia su un altro pianeta.
Ad affrontare il problema uno studio pubblicato su Acta Futura a firma di Andrew McKenzie e Jeffrey Punske. Stando alla teoria di ricercatori i coloni si troverebbero a parlare una lingua completamente nuova nel giro di circa due secoli soprattutto se le colonie si dovessero isolare dalla Terra. Com’è ovvio che sia l’isolamento di un gruppo di individui porterà alla nascita di nuove dinamiche dettate dalle esigenze contingenti e di comprensione.
Come dichiarato da McKenzie: “Se sei su una nave interstellare per 10 generazioni emergeranno nuovi concetti, sorgeranno nuovi problemi sociale e le persone creeranno modi di parlare e questi diventeranno il particolare vocabolario di quella nave“. Sembra dunque che un giorno assisteremo ad un fenomeno molto simile a quello che portò alla nascita della stragrande maggioranze delle lingue oggi parlate derivate tutte da una radice comune, il protoindoeuropeo.