Il conto ordinario è quello in cui le spese di mantenimento sono legate al numero di operazioni compiute. La regola generale si configura come: più lo usi e più paghi.
Il conto a pacchetto, come dice il nome stesso, è caratterizzato da un canone che offre un certo numero di servizi come, ad esempio, la gestione del risparmio o le cassette di sicurezze. Una ulteriore distinzione può essere fatta sulla base del servizio con o senza franchigia. Nel primo caso esiste un numero predefinito di operazioni gratuite mentre nel secondo è possibile operare gratis in modo illimitato per ogni operazione.
Infine abbiamo il conto base dedicato a chi svolge un numero minimo di operazioni basilari come il prelievo del denaro e l’associazione con i servizi correlati all’uso delle carte di credito. Utile, infatti, per ricevere l’accredito di stipendio e pensioni ma anche per pagare le bollette tramite domiciliazione con modalità automatica. Inclusi nel contesto anche il versamento in contanti e di assegni bancari circolari.
Il conto corrente bancario può tornare utile. quindi, in molti frangenti. Consente di gestire soldi in maniera facile e veloce. Tutto questo ha però un costo legato alla tipologia di contratto ed ovviamente al numero ed alla quantità di servizi. Possono diversificarsi sulla base di diversi parametri.
Le spese per conti ordinari dipendono dal numero di operazioni mentre i conti a pacchetto variano a seconda della presenza o dell’assenza della franchigia. Nel primo caso il canone annuo concede azioni limitate mentre nel secondo non c’è limite. Il conto base consta in un canone omnicomprensivo con un tot di operazioni standard sempre incluse gratuitamente.
Tra le spese si realizzano anche quelle per la gestione dell’estratto conto nonché per gli interessi debitori e creditori. I primi fanno riferimento agli addebiti in mancanza di liquidità, mentre i secondi si attuano poiché la Banca riconosce al cliente una somma in percentuale per aver mantenuto il saldo positivo.