Facebook non ha ancora rimosso i contenuti sui minori a sfondo pornografico che gli utenti hanno segnalato mesi fa sulla piattaforma. L’azienda ritiene che la diffusione del Coronavirus abbia contribuito.
Negli ultimi mesi sono aumentate le problematiche riscontrate online, così come si sono evolute le dinamiche stesse che coinvolgono una qualsiasi azienda dal calibro di Facebook. Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini e molti hanno deciso di preservare la propria salute e quella altrui lavorando da casa. Tuttavia, per Facebook questo ha significato una riduzione drastica del personale. Di conseguenza, l’assiduità con cui l’azienda dichiara di controllare solitamente i post segnalati è venuta a mancare.
Il Coronavirus ha dunque portato Facebook a dare la priorità alla revisione di alcuni contenuti rispetto ad altri, soprattutto nel periodo da aprile a giugno. Lo stesso vale per Instagram. Esistono dei sistemi automatizzati per rilevati i contenuti da rimuovere, ma il contributo del personale è fondamentale. “Facciamo molto affidamento sulle persone per esaminare i contenuti relativi al suicidio, all’autolesionismo e allo sfruttamento dei minori“, ha scritto Guy Rosen, Vice President of Integrity di Facebook in un post sul blog.
Facebook, contenuti inappropriati sui minori ancora presenti sulla piattaforma, l’azienda accusa il Coronavirus
“Con un minor numero di revisori di contenuti, abbiamo preso provvedimenti su un minor numero di contenuti sia su Facebook che su Instagram per suicidio e autolesionismo, nudità di bambini e sfruttamento sessuale“. Nonostante l’impatto della pandemia del Coronavirus, Facebook ha affermato di aver apportato miglioramenti in alcune aree. In particolare per quanto concerne i post riguardanti il terrorismo e l’incitamento all’odio. Ciò è dovuto ai miglioramenti del suo sistema di moderazione, che ha consentito a Facebook di intervenire su 8,7 milioni di post legati al terrorismo nell’ultimo trimestre rispetto ai 6,3 milioni del trimestre precedente.
“Negli ultimi mesi, abbiamo dato la priorità ai contenuti relativi al Covid-19. Da aprile a giugno, abbiamo rimosso oltre 7 milioni di post relativi al Covid-19 sia su Facebook che su Instagram. Con il costante diffondersi della pandemia, continueremo ad adattare il nostro processo di revisione dei contenuti e lavoreremo per migliorare la nostra tecnologia”. Queste dunque tutte le dichiarazioni rilasciate dall’azienda per giustificare quella che è tuttavia una grave mancanza.