Il tema delle pensioni è da sempre un argomento scottante soprattutto dopo le varie vicissitudini politiche che ne hanno rivisto più volte i termini. Poter smettere di lavorare prima delle scadenze stabilite per legge è un vero miraggio, tuttavia esistono alcune deroghe al riguardo. Si può dunque parlare di pensioni anticipate che spettano a determinate categorie e ad alcune condizioni.
In realtà la legge prevede che si possa andare in pensione all’età di 59 anni, purché sussistano alcuni requisiti anagrafici e contributivi. È evidente che l’aver iniziato a lavorare in giovane età, concede maggiori possibilità di ottenere la pensione anticipata. Ciò che è importante capire prima di farne richiesta è se la prematura domanda di vitalizio comporti una qualche riduzione dell’assegno mensile.
Poter andare in pensione a 59 anni è plausibile dopo aver maturato 39 anni di servizio. Esistono in proposito due possibilità pensionistiche : l’opzione donna e il vitalizio anticipato previsto dalla legge Fornero. La prima spetta alle lavoratrici di sesso femminile che potrebbero richiedere di andare in pensione qualora abbiano tutti i requisiti richiesti entro il 31 dicembre del 2019. Tuttavia questa opzione prevede un ricalcolo di tutto l’assegno previdenziale con perdite cospicue. Si parla di una penalizzazione pari a circa il 30% dell’importo dell’assegno che si sarebbe ottenuto andando in pensione in tempi regolamentari. A tal punto che converrebbe continuare a lavorare per altri 2 anni e 10 mesi ed andare in pensione anticipata senza alcuno sconto.
Per gli artigiani ed i commercianti esiste invece la soluzione dell’Ape Sociale, una formula che consente di ottenere un assegno previdenziale fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Si tratta di un reddito rinnovabile di anno in anno che presuppone il riconoscimento di 1.500 euro mensili lordi. L’Ape Sociale è destinata unicamente agli iscritti alla gestione separata INPS, alle gestioni speciali autonome ed all’assicurazione generale autonoma dei lavoratori dipendenti. Non è invece prevista per coloro che sono iscritti alle casse previdenziali private come i liberi professionisti.