Sono passati oltre due anni dalla legge 172/2017, che scatenò la bufera sui termini di fatturazione dei gestori telefonici in Italia. La vicenda ha riguardato i termini contrattuali di tutti gli utenti italiani, sia con contratti per fisso, che per mobile. Ebbene, com’è la situazione dopo due anni? Quanti si sono adeguati e quanti invece ancora prevedono fatturazioni irregolari?
Sebbene gli operatori del settore fisso siano stati costretti a rimborsare gli utenti per la fatturazione irregolare durante il periodo compreso tra Giugno 2017 e Aprile 2018, per il settore mobile non c’è stato alcun provvedimento di questo tipo. Solo un adeguamento delle offerte con passaggio a tariffazione fissa mensile e non variabile.
I tre operatori storici, Tim, Vodafone e WindTre, si sono adeguati alla legge da ormai due anni, e prevedono offerte con tariffazione regolare.
Per quanto riguarda invece altri operatori presenti in Italia, Iliad è nata dopo l’entrata in vigore della legge e fin dalla sua nascita ha previsto tariffazioni mensili a data certa. Lo stesso vale per gli operatori virtuali come Kena Mobile
per TIM, ho. mobile per Vodafone e Very Mobile per WindTre. Kena Mobile era l’unico operatore virtuale attivo al momento della delibera che ha dovuto adeguare le proposte di offerte e gli abbonamenti già attivi.Anche Fastweb, Poste Mobile e Coop Voce hanno adeguato i loro piani irregolari a seguito della legge del 2017. L’ultima a farlo è stata Poste Mobile, il 5 aprile 2018.
Ma passiamo ai due operatori che ancora non prevedono una tariffazione mensile a data certa. Stiamo parlando di Lycia Mobile e di Spusu
Lycia Mobile ancora oggi propone offerte e abbonamenti con scadenza a trenta giorni, che si traduce in una copertura del servizio annuale di 360 giorni, invece dei canonici 365.
Anche la neonata Spusu prevede un periodo di fatturazione a 30 giorni, come è possibile leggere dai termini contrattuali dei suoi abbonamenti.
Speriamo che tutti gli operatori possano adeguarsi il più presto possibile alle condizioni previste dal Garante, per correttezza nei confronti del cliente che decide di stipulare un contratto con queste compagnie.