Sentir parlare di Chernobyl e del disastro nucleare avvenuto nel 1986 è tutt’altro che inusuale: a distanza di tre decadi, infatti, ancora oggi i risvolti di quella notte di aprile sono tangibili e oggetto di studio da parte di numerosi scienziati.
Nonostante possa essere di credenza comune l’invivibilità della zona, negli anni più recenti sempre più forme di vita sono state individuate e sebbene queste siano rappresentate specialmente da forme animali allo stato brado, una scoperta recentissima ha emozionato molti studiosi facendo ritornare l’attenzione nuovamente sull’ex centrale.
Chernobyl: una nuova scoperta potrebbe risultare utile a diversi scopi
Studiando le zone adiacenti alla centrale nucleare è stato possibile individuare un elemento fino ad ora sconosciuto. Sbaragliando le teorie più argute, dunque, l’essere vivente che è stato trovato rappresenta una scoperta incredibile: come mai? Beh, perché si ciba proprio delle radiazioni.
Denominata Cladosporium sphaerospermum, questa è una specie di fungo che, secondo gli studi appena condotti, potrebbe diventare una risorsa per l’uomo durante le fase di esplorazione spaziale; come rinomato, infatti, gli astronauti vengono esposti quotidianamente a delle ingenti quantità di radiazioni: sfruttare tale fungo come uno scudo sulla stazione spaziale risulterebbe convenevole su più fronti.
I ricercatori che hanno il merito di aver individuato e studiato tale fungo hanno commentato il tutto con stupore affermando che il suo utilizzo in ambito spaziale sarebbe tutto fuorché innaturale poiché “uno strato di circa 21 centimetri di spessore potrebbe bloccare l’equivalente dose annuale dell’ambiente di radiazione sulla superficie di Marte”.
Maggiori informazioni seguiranno se disponibili.