Pensare che un conto corrente sia incolume davanti alcuni risvolti è totalmente sbagliato: così come ogni altro strumento bancario, infatti, quest’ultimo può essere oggetto di controlli, chiusure e persino pignoramento.
Nonostante la terza opzione non si augura a nessuno, purtroppo vi sono delle situazioni in cui può verificarsi e, ad oggi, sono ben pochi gli utenti a conoscenza di tutto ciò. Il pignoramento del conto corrente, infatti, non è una cosa da poco: scopriamo i due motivi principali per cui questo può accadere.
Subire un pignoramento non è un qualcosa di piacevole: al giorno d’oggi sono numerosi i cittadini che possono dire di aver vissuto una situazione simile, ma nonostante tutto c’è ne sono altrettanti che non conoscono neanche la suddetta possibilità.
Il pignoramento del conto corrente, come anticipato, può avvenire principalmente per due motivazioni: debiti fiscali e ordinanza del giudice.
Nel caso in cui un soggetto vanti un debito nei confronti di un altro o della banca stessa, il pignoramento del conto può essere demandato sotto indirizzo del giudice, il quale non solo ha il compito di citare in udienza il soggetto ma di definire anche la somma pignorabile ed eventuali interventi aggiuntivi come la chiusura anticipata del contratto bancario.
Nel caso in cui, invece, il pignoramento avvenga a causa dei debiti fiscali, in questo caso il diretto responsabile è l’Agenzia delle Entrate, la quale grazie al suo ufficio Riscossioni può provvedere al saldo delle cartelle esattoriali inevase per mezzo di prelievi coatti, per maggiori informazioni qui.